Archivi categoria: Unione Europea

Attuazione del Pnrr: regioni ostacolo o protagoniste?

Pubblicato su lavoce.info

Le Regioni italiane svolgono un ruolo strategico nell’attuazione del PNRR, soprattutto nei settori di competenza esclusiva o concorrente con lo Stato, contribuendo alla realizzazione di una governance multilivello. Il loro coinvolgimento è particolarmente rilevante in ambiti quali la sanità territoriale (Missione 6), con interventi come le Case della Comunità e la telemedicina; la mobilità sostenibile (Missione 3), attraverso l’acquisto di treni elettrici o a idrogeno; l’istruzione tecnica e la formazione professionale (Missione 4), mediante il potenziamento degli ITS e dei centri regionali; e le politiche sociali e occupazionali (Missione 5), con progetti inclusivi e di rigenerazione urbana.

 

Finanziamenti del Pnrr assegnati alle Regioni per componente al 31 marzo 2025 (miliardi di euro)

Fonte: Italia Domani (open data)

Continua a leggere



La riproduzione di questo articolo è autorizzata a condizione che sia citata la fonte: http://www.monicamontella.it/

Crescono i crediti di imposta di Transizione 4.0. Ma i dubbi restano

Pubblicato su lavoce.info

Dopo la stagione del super e iperammortamento che ha contraddistinto il decennio passato, con la Legge di Bilancio 2020 gli incentivi agli investimenti delle imprese hanno assunto una nuova forma: quella dei crediti d’imposta. In questo scenario si inserisce il Piano Transizione 4.0, con l’obiettivo di potenziare la produttività, la competitività e la sostenibilità del sistema imprenditoriale italiano.

Il Piano offre incentivi fiscali mirati a sostenere la trasformazione digitale dei processi produttivi, incoraggiando investimenti in beni strumentali materiali ad alto contenuto tecnologico, beni immateriali, attività di ricerca e sviluppo e percorsi di formazione. Il credito d’imposta si configura come un insieme di incentivi fiscali automatici, utilizzabili esclusivamente in compensazione, senza necessità di valutazioni preliminari ed è cumulabile con altre agevolazioni riferite agli stessi costi. Per accedere ai benefici, i beni devono essere nuovi e direttamente funzionali all’attività dell’impresa, così da assicurare un vero avanzamento verso l’innovazione. Continua a leggere



La riproduzione di questo articolo è autorizzata a condizione che sia citata la fonte: http://www.monicamontella.it/

Pnrr, il conto alla rovescia: a fine 2024, cosa è stato fatto e cosa resta da fare

Pubblicato su Il Fatto Quotidiano del 17 marzo 2025 Ecco perchè il Pnrr ancora non decolla: tutti i ritardi

Il database sul Pnrr e il Pnc (Open Data)

Manca poco più di un anno alla scadenza del termine per il completamento degli investimenti e delle riforme previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Le informazioni rese disponibili su Italia Domani sono ferme alla fine dello scorso anno e non consentono di seguire in tempo reale lo stato di avanzamento dei progetti.

Nel frattempo, il Governo – che ancora deve presentare la Relazione al Parlamento di fine 2024 sullo stato di attuazione del Pnrr – si prepara a richiedere una nuova riprogrammazione delle risorse per affrontare i ritardi e le difficoltà emerse nella realizzazione di alcune misure. Continua a leggere



La riproduzione di questo articolo è autorizzata a condizione che sia citata la fonte: http://www.monicamontella.it/

Revisione del Pnrr: le imprese uniche beneficiarie

di Monica Montella e Franco Mostacci
puublicato il 18 aprile 2024 su LaVoce.info con il titolo Come si cambia, il Pnrr dopo la revisione

l risultato di cancellazioni, definanziamenti, rifinanziamenti e creazione di nuovi progetti è una distribuzione delle risorse finanziarie all’interno del Pnrr decisamente diversa dal piano originale.

Più soldi alle imprese, meno risorse per enti locali, misure sociali e il Sud. Anche tra i ministeri c’è chi guadagna e chi perde.

Il database sul Pnrr (aggiornato al 30 marzo 2024)

Continua a leggere



La riproduzione di questo articolo è autorizzata a condizione che sia citata la fonte: http://www.monicamontella.it/

Il prezzo dell’energia collegato alle emissioni di CO2

 

Il prezzo delle quote di emissioni di CO2?

Si conosce poco del prezzo della CO2 collegato alle quote di emissione di gas a effetto serra ma è semplicemente una forma di tassazione ambientale, in base al principio di proporzionalità e di corrispettività secondo cui “chi inquina, più paga“. Ma spesso chi inquina è costretto a farlo inconsapevolmente perchè il monopolio energetico è in mano a pochi che decidono le sorti di tutti.

In Europa ci siamo dati ambiziosi obiettivi per ottenere la neutralità climatica entro il 2050, con l’obiettivo intermedio di riduzione netta delle emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

Nell’ambito del pacchetto legislativo Fit for 55*  si propone di rivedere diversi atti legislativi dell’UE in materia di clima con riduzioni annuali vincolanti (Italia -33 % e -43,7 %) delle emissioni di gas serra a carico degli Stati membri, tra cui l’ETS dell’UE, il regolamento sulla condivisione degli sforzi dal 29% al 40% entro il 2030 rispetto al 2005 (nei settori dei trasporti, edilizia, agricoltura e rifiuti), la legislazione sui trasporti e sull’uso del territorio (-35.758 kt di CO2 equivalente al 2030), definendo in termini reali le modalità con cui la Commissione intende raggiungere gli obiettivi climatici dell’UE nell’ambito del Green Deal europeo. Con la revisione del sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (EU ETS), la Commissione europea propone di estendere lo scambio di quote di emissione ai settori dell’edilizia e del trasporto su strada, agricoltura e rifiuti (l’efficienza energetica degli edifici, la decarbonizzazione del riscaldamento e del raffreddamento degli edifici, compresa l’integrazione dell’energia da fonti rinnovabili, e la concessione di un migliore accesso alla mobilità e ai trasporti a basse e a zero emissioni). Per raggiungere il 55 % di riduzione delle emissioni per il 2030 si prevede un aumento della spesa delle famiglie legata all’energia di circa 0,7-0,8 punti percentuali (al netto della ridistribuzione dei proventi delle aste) e 0,4-0,7 punti percentuali di spesa per investimenti nell’edilizia abitativa. Le emissioni di questi settori non saranno coperte dall’attuale EU-ETS, ma da un nuovo sistema separato di scambio di quote di emissione. Le emissioni di questi settori non saranno coperte dall’attuale EU-ETS, ma da un nuovo sistema separato di scambio di quote di emissione. Per far fronte agli eventuali impatti sociali derivanti da questo nuovo sistema, la Commissione propone di introdurre il Fondo sociale per il clima finanziato con dotazione finanziaria per il periodo 2025-2032 per 72,2 miliardi di EUR a prezzi correnti con entrate derivanti dallo scambio di quote di emissioni per l’edilizia e il trasporto su strada (Italia dotazione massima di 7,8 miliardi di euro) per accompagnare i cittadini (sostegno temporaneo diretto al reddito per le famiglie vulnerabili) alla transizione energetica.

Il Sistema europeo di scambio di quote di emissione di gas a effetto serra (European Union Emissions Trading System – EU ETS) è uno strumento del pacchetto UE per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 secondo l’accordo COP 21 (Conferenza di Parigi sul clima del 2015 (legalmente vincolante); a partire dal 2021, con la revisione dell’European Union Emissions Trading Scheme (EU ETS) nella quarta fase di obbligo (2021-2030), il volume totale di emissioni si riduce annualmente in percentuale del 2,2% anziché dell’1,74%, in termini quantitativi di 556 milioni di tonnellate di CO2eq tra il 2020 e il 2030 nei principali settori industriali e nel comparto dell’aviazione. La riduzione annua corrispondente al fattore di riduzione lineare è di 43.003.515 di quote.

Continua a leggere



La riproduzione di questo articolo è autorizzata a condizione che sia citata la fonte: http://www.monicamontella.it/

Un database “casalingo” per il monitoraggio del PNRR

 

  1. Scarica il database file excel (si consiglia di consultare il foglio ‘Legenda’) II Rev
  2. Iscriviti al Gruppo Facebook
  3. Conferenza stampa (video) di presentazione (Senato, Sala Nassirya, 2 marzo 2022) presentazione monitoraggio
  4. Caso studio Riforma Giustizia e PNRR
  5. Atto di sindacato ispettivo Interrogazione su Ecobonus
  6. Atto di sindacato ispettivo Interrogazione su Piani Integrati Urbani

Le riforme e gli investimenti previsti dal piano nazionale di ripresa e resilienza rappresentano una grande occasione di rilancio per l’Italia, ma senza una piattaforma centralizzata di monitoraggio pubblica e aperta alla cittadinanza, diventa arduo seguire l’attuazione di ciascuna misura in tutte le sue fasi e articolazioni territoriali e osservare la realizzazione delle priorità trasversali.  

Non è neanche possibile verificare il raggiungimento degli obiettivi climatici, della transizione digitale e delle risorse destinate al Sud. Dal canto suo il portale Italia Domani del Governo ha un mero scopo di divulgazione delle modalità di gestione del PNRR, ma non consente un monitoraggio puntuale e esaustivo dello stato di attuazione degli investimenti e delle riforme che saranno implementati fino al 2026. Continua a leggere



La riproduzione di questo articolo è autorizzata a condizione che sia citata la fonte: http://www.monicamontella.it/

Una visione contabile del Meccanismo Europeo di Stabilità

Meccanismo Europeo di Stabilità

Sintesi* leggi il pdf

L’obiettivo di questo articolo è osservare più da vicino l’attività del meccanismo europeo di stabilità (MES), attraverso due schemi contabili: lo stato patrimoniale e il conto profitti e perdite, i cui contenuti sono stati estratti dalle varie relazioni annuali pubblicate dall’organizzazione intergovernativa. Il MES ha avuto come obiettivo di fornire prestiti di primo soccorso ai paesi che hanno perso l’accesso al mercato finanziario a tassi di interesse ragionevoli e sostenibili. Per raggiungere il suo scopo, il MES raccoglie fondi attraverso l’emissione di strumenti finanziari, nonché titoli di debito a medio e lungo termine.

Abstract

The article’s goal is to look deeply the activity  European Stability Mechanism (ESM), through two accounting schemes available the balance sheet and the profit and loss account, the contents of which were extracted from the annual report published by the intergovernmental organization that contains a description of it. The MES aim to provide first aid loans to countries that have lost access to the financial market at reasonable and sustainable interest rates. To achieve its goal, the MES raises funds by issuing financial instruments, as well as medium- and long-term debt.

Continua a leggere

La riproduzione di questo articolo è autorizzata a condizione che sia citata la fonte: http://www.monicamontella.it/

Germania batte Italia – Quantitative Easing

I popoli europei nel creare tra loro un’unione sempre più stretta hanno deciso di condividere un futuro di pace fondato su valori comuni ma l’Europa disegnata ai quei tempi ha accresciuto la crisi dei paesi che ne hanno fatto parte. Mettendo insieme paesi con differenziali di crescita e di produttività diversi, con i quali si pensava si sarebbero aggiustati tramite le fluttuazioni dei tassi di cambio, ha costretto i membri dell’Eurozona a giungere all’equilibrio con più disoccupazione e tagli alla spesa pubblica.

I paesi dell’Euro sono stati impegnati, nel corso di questi anni, a rispettare il Patto di stabilità e crescita inseguendo un rapporto deficit/PIL inferiore al 3% e un rapporto debito/PIL che non superasse il 60%, senza preoccuparsi eccessivamente se ciò avesse comportato maggiori squilibri tra paesi. Continua a leggere

La riproduzione di questo articolo è autorizzata a condizione che sia citata la fonte:
http://www.monicamontella.it/

Il comportamento degli attori economici

In assenza di politiche economiche mirate a stimolare investimenti delle imprese, ben difficilmente si realizzerà una inversione di tendenza dell’economia italiana e sarà Risultati immagini per investimenti e redditiimpossibile creare delle prospettive di crescita strutturale dell’occupazione italiana.

Ormai da anni si assiste o alla delocalizzazione del sistema produttivo italiano o ancor peggio ad una fuga di capitali dal paese di origine verso l’estero. Il nodo cruciale per la ripresa  economica in Europa ma soprattutto in Italia resta la quota destinata dai settori economici agli investimenti in particolare delle imprese. Continua a leggere

La riproduzione di questo articolo è autorizzata a condizione che sia citata la fonte:
http://www.monicamontella.it/

Quanto ci costa il meccanismo di stabilità europeo (MES)

articolo pubblicato su Economiaepolitica.it e ripreso dal ilfattoquotidiano

mesIl meccanismo permanente di stabilità MES[1] è uno dei pilastri dell’area euro per la stabilità della nuova governance economica europea[2].

Il MES è una entità non commerciale intergovernativa ed attualmente impiega circa 140 collaboratori[3]. Gli azionisti del MES sono i 19 Stati membri dell’area euro. Il capitale versato ammonta ad oggi a 80,5 miliardi di euro. Il Governatore[4] è il membro del governo che ha la responsabilità delle finanze. Il consiglio di amministrazione è presieduto dal presidente dell’Eurogruppo, attualmente è  Jeroen DijsselbloemIl Collegio Sindacale[5] ha il compito di controllare la contabilità del MES e verificare che i conti operativi e di bilancio siano in ordine[6]. Continua a leggere

La riproduzione di questo articolo è autorizzata a condizione che sia citata la fonte:
http://www.monicamontella.it/