Tutti parlano del “cloud” computing. Ma cosa si intende con questo termine

Il cloud computing è l’evoluzione di una serie di tecnologie che utilizzate congiuntamente sono in grado di rivoluzionarie le modalità con cui le organizzazioni costruiscono le proprie infrastrutture informatiche (George Reese, 2010). In italiano la potremmo identificare come la nuvola e la sua caratteristica fondamentale è l’utilizzo di una tecnologia (dove non è necessario nessun investimento finanziario iniziale) solo per il tempo necessario (il servizio viene pagato solo in base al suo effettivo utilizzo) indipendentemente se il servizio sia software o hardware, l’unica cloudcaratteristica basilare è che l’accesso al servizio deve essere possibile farlo da qualsiasi postazione virtuale che utilizza un sistema operativo o un browser qualsiasi.   I progressi compiuti dalla pubblicazione dell’agenda digitale europea hanno dimostrato la necessità di una strategia globale dell’UE in materia di cloud computing che vada oltre i settori specifici come l’e-government o la scienza. Recentemente le applicazioni aziendali stanno passando al cloud computing.
Cosa comporta questo cambiamento? Il cloud computing promette nuovi modi di collaborare in qualsiasi luogo attraverso i dispositivi mobili.  Il cloud computing non richiede al cliente di gestire l’hardware e il software: a occuparsene è un fornitore esperto esterno. L’infrastruttura condivisa offre un funzionamento simile a quello dei servizi pubblici: l’utente paga solo le funzionalità necessarie, gli aggiornamenti sono automatici e la scalabilità verso l’alto o verso il basso è semplice.

Le applicazioni basate su cloud possono essere operative in pochi giorni o settimane e sono meno costose. Con un’applicazione cloud, è sufficiente aprire un browser, accedere, personalizzare l’applicazione e iniziare a usarla. Le aziende eseguono tutti i tipi di applicazioni in cloud, quali la gestione delle relazioni con i clienti (CRM), le risorse umane, la contabilità e molto altro ancora. Alcune delle più grandi aziende a livello mondiale hanno trasferito le proprie applicazioni in cloud dopo aver rigorosamente testato la sicurezza e l’affidabilità della infrastruttura proposta. Le più recenti innovazioni introdotte nel cloud computing stanno rendendo le applicazioni aziendali sempre più mobili, collaborative e simili ad applicazioni consumer di ampia diffusione quali Facebook e Twitter. Gli utenti di queste applicazioni si aspettano di ricevere le informazioni importanti in tempo reale e anche le applicazioni aziendali in cloud stanno iniziando a muoversi in questa direzione. Attraverso l’ambiente cloud i governi sono in grado di offrire servizi pubblici più efficienti e di soddisfare così esigenze sociali fondamentali in vari settori, dalla salute ai servizi di eGovernment e di eHealth. È la possibilità di distribuire e consumare servizi IT attraverso il Web, basata sul concetto di virtualizzazione e di gestione dinamica e scalabile dell’IT. In pratica, il cloud computing combina applicazioni e infrastruttura software con un modello flessibile di erogazione e utilizzo, offrendo tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni di livello Enterprise in modo conveniente ed elastico. Ad esempio, l’azienda pubblica può decidere se utilizzare strumenti di produttività aziendale come Microsoft Office in modalità perpetua oppure attraverso un canone. In particolare, l’attenzione della pubblica amministrazione è focalizzata sulla cloud privata. Questa prevede la creazione di datacenter gestiti dalle amministrazioni stesse, che eroghino servizi con un modello cloud, secondo l’esperienza già sperimentata dal Sistema Pubblico di Connettività, oppure secondo il modello dei Centri di Servizio Territoriali (CST) a livello di PA locale. Grazie al cloud computing le pubbliche amministrazioni acquisiscono le stesse potenzialità di sviluppo del settore privato, disponendo in tempo reale delle stesse innovazioni tecnologiche e godendo delle stesse economie di scala. Inoltre, il cloud computing rende più agile ogni attività: allineare le risorse IT alle esigenze reali, infatti, è sempre stato un problema. Con la cloud si cambia registro, perché tutto ciò che riguarda manutenzione, aggiornamento e distribuzione dei sistemi informativi è pensato come modello a servizio. Così le amministrazioni si trovano sempre nelle migliori condizioni per rispondere velocemente alle richieste della società. I servizi erogati in una cloud privata sono conformi alle politiche di privacy e sicurezza di chi le eroga e le utilizza. I servizi nella cloud pubblica, forniti da provider esterni, vengono regolati da contratti di fornitura del servizio, denominati SLA (Service Level Agreement). In questa situazione è opportuno valutare attentamente le misure di sicurezza che il servizio offre, come la protezione delle strutture che ospitano i servizi, dei computer, dell’hardware, del personale dedicato, nonché l’adozione di misure atte a proteggere il software a livello di sistema operativo, infrastruttura e applicazioni. Inoltre può essere importante valutare l’approccio globale alla sicurezza del provider esterno, che include test regolari da terze parti, come Cyber Trust, livelli multipli di sicurezza logica, come autenticazione, autorizzazione e audit, e processi operativi standard che garantiscono il rigore dei controlli di sicurezza. Spesso “virtualizzazione” e “cloud computing” sono usati come sinonimi. In realtà sono due aspetti dello stesso concetto. La virtualizzazione aiuta il processo di consolidamento delle risorse hardware o software aziendali mirando all’ottimizzazione delle stesse. Inoltre, permette di aumentarne la capacità e far fronte a esigenze specifiche secondo il più classico paradigma dell’on demand. Il cloud computing, invece, è un insieme di tecnologie informatiche che permettono l’utilizzo di risorse hardware o software distribuite in remoto. Ci sono due tipi principali di cloud: privata e pubblica.

La cloud privata è un ambiente informatico interno all’organizzazione, realizzato virtualizzando le risorse, i servizi e standardizzandone la gestione.

La cloud pubblica si riferisce alla fornitura di servizi informatici (sistema operativo, infrastruttura, applicazioni) standard attraverso un provider di servizi.

Queste due tipologie non sono comunque in antitesi: esiste, infatti, una terza modalità, la cloud ibrida, che ne unisce i vantaggi.

Grazie al Cloud Computing, le piccole e medie aziende potranno accedere all’innovazione in maniera molto più veloce di prima, automatizzando i processi aziendali e realizzando rapidamente le funzioni avanzate del business (quali il commercio elettronico, il marketing digitale, la collaborazione con altre aziende).

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