Archivi categoria: sanità

Gestione sanitaria accentrata LAZIO perché non esisti?

La sanità della regione Lazio, è soggetta da diversi anni a una gestione commissariale a causa degli enormi deficit accumulati. L’autonomia di bilancio e il governo delle politiche sanitarie a livello di aziende sanitarie locali (Asl) e di aziende ospedaliere (Ao) ha creato divergenti situazioni finanziarie. Il monitoraggio della spesa sanitaria per singola Asl, dovrebbe essere effettuato, come previsto dal dlgs 118/2011, dalla Gestione Sanitaria Accentrata (GSA) della Regione Lazio. Continua a leggere

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Il deficit sanitario nella Regione Lazio

articolo pubblicato su ilfattoquotidiano.it 

La sanità rappresenta una delle voci più rilevanti della spesa pubblica. Nel 2012, la spesa del Servizio Sanitario Nazionale, circa 113 miliardi di euro, è risultata pari al 7,3% del Pil[1] secondo la stima della Corte dei Conti, più precisamente 1.903 euro pro capite[2].

Nel 2012 a livello nazionale, si è registrato una perdita di esercizio per 1,26 miliardi di euro (tavola 1) ma in termini di disavanzo sanitario ne registriamo soltanto 906 milioni di euro, per effetto dei fondi inutilizzati degli esercizi precedenti[3]. Continua a leggere

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Come cambia dal 2013 il finanziamento del settore sanitario pubblico

Fino all’anno 2012, a seguito della predeterminazione in sede di legge di stabilità e in accordo con le regioni del livello complessivo del finanziamento del SSN, la ripartizione del finanziamento tra le regioni è stata effettuata sulla base della popolazione residente pesata, con pesi che tengono conto del profilo dei consumi sanitari della popolazione residente, suddivisa per classi di età e sesso (legge n°662 del 1996 articolo 1 comma 34).

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La ripartizione del fondo sanitario della Regione Lazio nel 2012

Fino al 2012 il percorso di riparto del FSN è stato composto di due distinti momenti: in una prima fase sono stati identificati i singoli livelli (LEA) da finanziare e le quote di FSN assegnate ad ogni livello, in un secondo momento sono stati definiti i criteri (ed i relativi pesi) da applicare alla numerosità della popolazione per ogni livello di assistenza.images

Il meccanismo generale di riparto prende il nome di “quota capitaria pesata” ed è costituito da un insieme di regole che si applicano alla popolazione delle regioni.

La numerosità della popolazione residente è il principio guida del riparto, ma tale valore, per i diversi livelli essenziali di assistenza (LEA), viene modulato (pesato) di volta in volta in funzione degli accordi che intercorrono tra le regioni stesse. Continua a leggere

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Perché lanciare ufficialmente il Progetto nazionale “ADOTTA UNA ASL”. Ecco i primi esiti

La trasparenza nel settore sanitario è risultata un miraggio in base alla ricognizione fatta il 4 febbraio 2014 su ASL e Ospedali del Lazio. Per questo il tavolo sanità del Lazio del M5S  a febbraio 2014 ha lanciato il progetto ADOTTA UNA ASL  per rafforzare il rispetto della legge sulla trasparenza da parte del sistema sanitario laziale.Tra i punti affrontati nella riunione del 30 maggio 2014 fatta con gli attivisti del tavolo sanità della Regione Lazio si è deciso di iniziare a monitorare alcune tematiche importanti in cui si pensi si annidano fenomeni di corruzione. Si è data priorità alle tematiche: opere pubbliche, consulenti e collaboratori, liste di attese e in aggiunta  beni immobili e gestione del patrimonio. Continua a leggere

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Progetto nazionale “Adotta una ASL”

Come sappiamo la trasparenza è una  delle “stelle” del programma del movimento cinque stelle  (trasparenza -> legalità -> lotta alla corruzione -> lotta all’evasione fiscale, recupero di miliardi di risorse l’anno !!). Le linee generali della recente normativa in tema di prevenzione della corruzione (L. 190/2012) e di trasparenza e integrità delle pubbliche amministrazioni (D.Lgs 33/2013) e la circolare attuativa hanno imposto ad ogni amministrazione (comprese le società controllate, partecipate, etc.)  di pubblicare una notevole quantità di dati e informazioni sui loro siti web, in un’apposita sezione ben evidenziata e denominata “Amministrazione Trasparente” , come elencati nel Decreto 33 (bilanci, compensi dei dipendenti e dei consulenti, piani regolatori, piani anticorruzione, ecc..). Continua a leggere

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Il fascicolo sanitario elettronico: un sogno o una futura realtà

Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) è l’insieme dei dati e documenti digitali di tipo sanitario e sociosanitario generati da eventi clinici presenti e trascorsi e vede come protagonisti tutti gli attori che ruotano intorno al sistema della sanità. Il proprietario e depositario di tutte le informazioni del Fascicolo Sanitario Elettronico sarà esclusivamente il cittadino, sempre più protagonista e padrone del proprio benessere, mentre i Medici di Medicina Generale assumeranno un ruolo centrale, in qualità di custodi del sistema, divenendo dei veri e propri manager dei loro pazienti.

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Finanziamento nazionale della spesa sanitaria fino al 2012

La sanità italiana[1]  è finanziata attraverso un fondo sanitario nazionale[2]  (da adesso in poi FSN) la cui cifra è determinata nel patto per la salute ovvero un accordo tra Stato e le Regioni del fabbisogno del Servizio sanitario nazionale (da adesso in poi SSN) e dei fabbisogni regionali.
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Progetto “Adotta una ASL”

Le linee generali della recente normativa in tema di prevenzione della corruzione (L. 190/2012) e di trasparenza e integrità delle pubbliche amministrazioni (D.Lgs 33/2013) e la circolare attuativa hanno imposto ad ogni amministrazione ad esporre in evidenza nella ‘home page’ del proprio sito l’accesso a una sezione denominata ‘Amministrazione trasparente‘.

Tale sezione è a sua volta organizzata in maniera standardizzata secondo quanto previsto dalla normativa in sottosezioni di primo e secondo livello in cui sono ospitati i diversi contenuti. In ogni amministrazione è nominato un responsabile per la prevenzione della corruzione e un responsabile della trasparenza. Ogni anno, a partire dal 31 gennaio 2014, è pubblicato il Piano triennale per la prevenzione della corruzione, all’interno del quale è inserito il Programma triennale per la trasparenza. Continua a leggere

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L’Italia è pronta ai pazienti transfrontalieri?

La base giuridica della protezione della sanità pubblica in Europa come elemento determinante delle scelte operate è regolata dall’articolo 114 TFUE che dispone esplicitamente che, “nel realizzare l’armonizzazione, sia garantito un livello elevato di protezione della salute umana, tenuto conto, in particolare, degli eventuali nuovi sviluppi fondati su riscontri scientifici“. La direttiva n°24[1] del 9 marzo 2011 sulla libertà di ricevere assistenza sanitaria in tutta l’Unione europea (UE) recita che “i superiori valori di universalità, di accesso a un’assistenza di elevata qualità, di equità e di solidarietà sono stati ampiamente riconosciuti nell’azione di diverse istituzioni dell’Unione. Di conseguenza, gli Stati membri dovrebbero altresì garantire il rispetto di tali valori nei confronti dei pazienti e dei cittadini di altri Stati membri ed assicurare un trattamento equo di tutti i cittadini in base ai loro bisogni di assistenza sanitaria e non in base allo Stato membro di affiliazione“.
Ma di cosa stiamo parlando? Dell’«assistenza sanitaria transfrontaliera» cioè dell’assistenza sanitaria prestata in uno Stato membro diverso dallo Stato membro di affiliazione. Ma il nostro paese è pronto per recepire questa direttiva? Il Ministero della Salute rappresentato dal Direttore Bevere[2]  in un suo intervento alla LUISS del 13 dicembre 2013[3] sostiene che l’Italia “è tra i 13 paesi che la direttiva l’ha già avviata e ciò sconvolgerà i sistemi sanitari europei senza aver operato nel contempo un’azione di coordinamento stretto almeno bimestrale di tutti i paesi”  e prosegue “per capire come stanno i paesi dal punto di vista organizzativo e gestionale rispetto a questo tema purtroppo questo non è stato ancora fatto“.

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