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Entrate extratributarie, una risorsa da valorizzare

Pubblicato* su lavoce.info

Le entrate extratributarie rappresentano una componente strategica per il bilancio dello stato. Contribuiscono al finanziamento dell’attività statale senza aumentare la pressione fiscale. Ma va migliorata la trasparenza e l’efficacia della riscossione.

Una fonte di entrate in crescita costante 

Le entrate pubbliche si dividono in due grandi categorie: tributarie ed extratributarie. Le prime comprendono imposte, tasse e contributi pagati da cittadini e imprese. Le seconde, invece, rappresentano una fonte di finanziamento alternativa, che include proventi da dividendi, concessioni, canoni, sanzioni e utili delle imprese pubbliche.

Pur essendo spesso trascurate, le entrate extratributarie rivestono un ruolo strategico, perché generano risorse senza incidere direttamente sui cittadini, contribuendo così alla stabilità e sostenibilità delle finanze pubbliche. Negli ultimi anni, le entrate extratributarie accertate dallo stato hanno mostrato una crescita significativa. In particolare, dal 2022 in poi, si registra un superamento stabile della soglia dei 100 miliardi di euro.

Entrate extratributarie per gestione contabile, anni 2011-2024Fonte: Ministero dell’Economia  (database Bdap) Continua a leggere



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L’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) procede su due fronti distinti

di Monica Montella  e Franco Mostacci pubblicato su Il Fatto Quotidiano del 24 agosto 2025 LEGGI pdf

Da un lato, il percorso legato al raggiungimento di traguardi e obiettivi concordati con la Commissione europea sta andando avanti senza intoppi: proprio nei giorni scorsi, l’Italia ha ricevuto 18,2 miliardi di euro legati alla settima rata, mentre sono in fase di verifica altri 12 traguardi e 28 obiettivi previsti per il primo semestre del 2025.

Diverso è il discorso sul fronte operativo, cioè quello che riguarda l’attuazione concreta degli interventi e i pagamenti destinati a chi li realizza. Qui i segnali sono meno incoraggianti: i ritardi continuano ad accumularsi, proprio mentre ci si avvicina alla scadenza finale del piano. Secondo gli ultimi dati, al 30 giugno 2025 risultano attivati quasi 300 mila progetti per un valore complessivo di 159 miliardi di euro, su un totale di 194,5 miliardi previsti. Ma la distanza tra la programmazione e l’attuazione effettiva resta ampia, e il tempo stringe. Continua a leggere



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Attuazione del Pnrr: regioni ostacolo o protagoniste?

Pubblicato su lavoce.info

Le Regioni italiane svolgono un ruolo strategico nell’attuazione del PNRR, soprattutto nei settori di competenza esclusiva o concorrente con lo Stato, contribuendo alla realizzazione di una governance multilivello. Il loro coinvolgimento è particolarmente rilevante in ambiti quali la sanità territoriale (Missione 6), con interventi come le Case della Comunità e la telemedicina; la mobilità sostenibile (Missione 3), attraverso l’acquisto di treni elettrici o a idrogeno; l’istruzione tecnica e la formazione professionale (Missione 4), mediante il potenziamento degli ITS e dei centri regionali; e le politiche sociali e occupazionali (Missione 5), con progetti inclusivi e di rigenerazione urbana.

 

Finanziamenti del Pnrr assegnati alle Regioni per componente al 31 marzo 2025 (miliardi di euro)

Fonte: Italia Domani (open data)

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Napoli e PNRR: 3,2 miliardi di euro per cambiare volto alla città

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Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un’opportunità storica per la città di Napoli.

Se spesi in modo efficace e trasparente i 3,2 miliardi di euro, si potrebbe trasformare radicalmente il tessuto urbano, sociale ed economico del capoluogo partenopeo.

Di risorse per la città ce ne sono molte: ai 2,5 miliardi di euro del PNRR si sommano altri 700 milioni provenienti da diversi enti, tra cui 271 milioni dallo Stato e 80 milioni da investimenti privati.

Gli interventi finanziati toccano tutte le principali dimensioni della città – dall’ambiente alla scuola, dalla mobilità alla rigenerazione urbana – e coinvolgono una pluralità di soggetti attuatori, pubblici e privati.

I Progetti complessivi al 13 dicembre 2024[1] sono 4.171 localizzati nel Comune di Napoli per un importo totale di circa 2,52 miliardi di euro. La Missione con maggiori fondi: è la M5 – Coesione e Inclusione, con 882,7 milioni di euro (pari al 35% circa del totale), seguita da M1 – Digitalizzazione (612 milioni, 24,3%) e M2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica (424 milioni, 16,8%). Continua a leggere



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PNRR Santa Marinella: cambierà il volto della Perla del Tirreno?

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Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha destinato a Santa Marinella un finanziamento di 15 milioni di euro, un’opportunità significativa che, se gestita con efficacia, potrebbe valorizzare la città conosciuta come la Perla del Tirreno.

Al 13 dicembre 2024, nel Comune di Santa Marinella risultano finanziati 63 progetti per un importo complessivo di 22 milioni di euro. Di questi, 15 milioni provengono direttamente dal PNRR, mentre i restanti fondi includono quasi 2 milioni di euro da altre fonti, 4,3 milioni dallo Stato e circa 300 mila euro stanziati dal Comune.

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Pioggia di soldi a Roma: cambierà il volto della città?

 

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) ha destinato alla città di Roma finanziamenti per 9,4 miliardi di euro, cui si aggiungono ulteriori 2,2 miliardi previsti per le opere legate al Giubileo 2025[1]. Si tratta di un volume di risorse straordinario che, se utilizzato in modo efficace, potrebbe trasformare il volto della Capitale.

Roma si estende su un territorio vasto, abitato da 2,8 milioni di residenti, ai quali si sommano quotidianamente migliaia di lavoratori pendolari provenienti dall’area metropolitana. La sua storia millenaria, il patrimonio artistico e culturale unico al mondo e il ruolo centrale della Santa Sede la rendono una delle principali mete turistiche globali. In quanto Capitale d’Italia, ospita inoltre Ministeri, ambasciate, università pubbliche e private, centri di ricerca e poli sanitari d’eccellenza.

Gli interventi previsti dal Pnrr abbracciano le molteplici dimensioni della città e coinvolgono diversi attori responsabili della loro realizzazione. Continua a leggere



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PNRR e infanzia: ritardi e incertezze. Il Piano rischia il flop?

pubblicato su LaVoce.Info Rischio flop per il Pnrr dell’infanzia

Il piano per gli asili nido e le scuole dell’infanzia costituisce un investimento strategico per l’implementazione del PNRR, con i Comuni incaricati della sua attuazione. Lo stato di avanzamento dei lavori al 13 dicembre 2024 mostra segnali di difficoltà che potrebbero determinare ritardi difficili da recuperare, soprattutto considerando che le opere dovranno essere concluse e collaudate entro giugno 2026.

Nell’anno scolastico 2017-2018 l’offerta di asili nido in Italia copriva solo il 25% dei bambini 0-3 anni, con notevoli disparità territoriali (Istat, 2020). Continua a leggere



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Un database “casalingo” per il monitoraggio del PNRR

 

  1. Scarica il database file excel (si consiglia di consultare il foglio ‘Legenda’) II Rev
  2. Iscriviti al Gruppo Facebook
  3. Conferenza stampa (video) di presentazione (Senato, Sala Nassirya, 2 marzo 2022) presentazione monitoraggio
  4. Caso studio Riforma Giustizia e PNRR
  5. Atto di sindacato ispettivo Interrogazione su Ecobonus
  6. Atto di sindacato ispettivo Interrogazione su Piani Integrati Urbani

Le riforme e gli investimenti previsti dal piano nazionale di ripresa e resilienza rappresentano una grande occasione di rilancio per l’Italia, ma senza una piattaforma centralizzata di monitoraggio pubblica e aperta alla cittadinanza, diventa arduo seguire l’attuazione di ciascuna misura in tutte le sue fasi e articolazioni territoriali e osservare la realizzazione delle priorità trasversali.  

Non è neanche possibile verificare il raggiungimento degli obiettivi climatici, della transizione digitale e delle risorse destinate al Sud. Dal canto suo il portale Italia Domani del Governo ha un mero scopo di divulgazione delle modalità di gestione del PNRR, ma non consente un monitoraggio puntuale e esaustivo dello stato di attuazione degli investimenti e delle riforme che saranno implementati fino al 2026. Continua a leggere



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Una fotografia delle entrate pubbliche

 

L’obiettivo di questo articolo è osservare più da vicino l’ammontare complessivo delle entrate pubbliche italiane, distinte per i principali tributi, ed evidenziare come l’incapacità di riscossione dello Stato alimenta i residui attivi che concorrono ad incrementare il debito pubblico. Le entrate sono iscritte in bilancio al momento in cui sono accertate giuridicamente (criterio della competenza giuridica) e incassate (criterio di cassa). Nel conto economico consolidato redatto dall’ISTAT si possono analizzare i flussi delle entrate tra enti territoriali, e a differenza del bilancio dello Stato, si ha una visione complessiva delle entrate pubbliche per sotto settore secondo il principio della competenza economica (principio accrual). leggi il PDF

Abstract

The objective of this article is to look more closely at the total amount of Italian government incomes, divided by the main taxes, and to highlight how the incapacity of cash receipts the State the active residues that contribute to increasing the public debt. Taxes are recorded in the financial statements at the time they are legal assessed (based on criteria of a legal) and to be collected (based on criteria of cash). In the consolidated account for the government sector, drawn up by the ISTAT, it is possible to analyze the revenue flows between territorial authorities, and unlike the state budget, there is an overall view of the government incomes by subsector according to accrual basis.

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Analisi e criticità riscontrate nel Rendiconto 2017 di Roma Capitale

Leggi la proposta di delibera di indirizzo su valorizzazione del patrimonio immobiliare e sulla capacità di riscossione delle entrate di Roma Capitale.

Il Comune di Roma deve ripianare, per effetto del piano di rientro, più di un miliardo di euro di debito “ordinario” che i cittadini romani dovranno pagare fino al 2044. 

Con segno negativo è riportato infatti la quota pari a 28,4 milioni di euro che rappresenta il rateo annuale del disavanzo da ripianare con rate costanti a decorrere dal 2015.

Il Comune di Roma registra anche nel 2017 un disavanzo di 666 milioni di euro in linea con il disavanzo massimo consentito nel 2017 dalle disposizioni normative, che risulta comunque un importo in riduzione rispetto al 2016 (-8,1%) di 59 milioni di euro cifra ben superiore dell’importo massimo di disavanzo ammesso nel 2017  pari a 697,6 milioni di euro quale limite posto previsto con decreto del ministero dell’interno del 2 aprile 2015. Continua a leggere

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