Le risorse sanitarie 2017: FSR del Lazio e abbattimento liste di attesa

Nel Lazio, nel 2016, la spesa media pro capite per l’erogazione della spesa sanitaria riferita alla popolazione residente è stata di 1.652 euro. La spesa sanitaria principale nel Lazio è quella sostenuta per il personale sanitario di ruolo rappresentando uno dei maggiori aggregati di spesa sanitaria italiana in complesso.

La sanità della regione Lazio, è soggetta da diversi anni a una gestione commissariale a causa degli enormi deficit accumulati. Il disavanzo  continua ad incidere per circa 1/3 del disavanzo nazionale. Il Lazio è la regione che spende maggiormente per ospedali privati. L’autonomia di bilancio e il governo delle politiche sanitarie a livello di aziende sanitarie locali (Asl) e di aziende ospedaliere (Ao) ha creato divergenti situazioni finanziarie. 
Dal 2013 la procedura di determinazione dei fabbisogni standard regionali, secondo quanto previsto dal dlgs 68/2011, è stata modificata (RGS, 2014, pag. 33).

Prioritariamente, in ciascun anno, è definito il fabbisogno sanitario nazionale standard in coerenza con il quadro macroeconomico complessivo del Paese e con gli impegni assunti dall’Italia in sede comunitaria (artt. 25-26 del decreto legislativo n. 68/2011)[1].

Vengono a tal fine confermati i macrolivelli di assistenza vigenti, tra i quali dovrà distribuirsi la spesa sanitaria secondo le seguenti percentuali (al cui rispetto dovranno adeguarsi le singole regioni).

  • 5% per l’assistenza sanitaria preventiva (ambiente di vita e di lavoro);
  • 51% per l’assistenza distrettuale;
  • 44% per quella ospedaliera.

Viene ribadita l’allocazione ottimale delle risorse cui devono tendere le regioni per erogare correttamente la funzione sanitaria (articolo 27, comma 3 decreto legislativo n. 68/2011). Per ognuno dei tre macrolivelli si calcola il costo standard come media pro capite pesata (vale a dire corretta tenendo conto della composizione anagrafica della popolazione) del costo nelle regioni benchmark[2], costo che viene poi applicato alla popolazione (anche in tal caso “pesata”) di ognuna delle regioni, ottenendo così il fabbisogno standard di ciascuna, mediante il quale, come detto, si ripartisce il fabbisogno nazionale”.

La ripartizione del Fondo Sanitario Regionale (FSR) tra le Asl avviene con deliberazioni del Commissario ad acta (decreto del commissario ad acta n°U00502), utilizzando i medesimi  criteri adottati per ripartire tra le regioni il fondo sanitario nazionale.

Nel 2017 la quota destinata alla ripartizione del fondo sanitario regionale laziale indistinto è stata di 10,3 miliardi di euro di cui risultano pagati 9,3 miliardi di euro (4338 pagamenti) parte della cifra pari a  miliardi di euro sono stati impegnati nel 2017 (consulta il file).

Nella tavola seguente, contenuto estratto in OPEN DATA LAZIO i cui dati sono pubblicati per impegno di pagamento 2017, risulta che circa 6 miliardi di euro non presentano la descrizione del beneficiario ma solo del creditore.

Tavola 1 – Dati per impegno di pagamento per descrizione beneficiario, anno 2017

La quota 2017 destinata al centro di responsabilità della Gestione sanitaria accentrata (GSA), che dovrebbe sovraintendere ai bilanci delle singole ASL, è di 162,1  milioni di euro ripartiti come da schema seguente.


Il fabbisogno è stato ripartito tra le aziende sanitarie locali  in base ai livelli essenziali di assistenza (LEA) prevenzione, assistenza territoriale e ospedaliera con la popolazione residente di riferimento.

La ripartizione (figura 1) del FSR è stato attribuito alla prevenzione 435 milioni di euro, 170 milioni di euro all’ARES 118 , per il restante alla Gestione sanitaria accentrata per riequilibrio economico (162 milioni di euro). E’ stato predisposto inoltre un fondo da 750 milioni di euro per allineamenti ai bilanci di previsione, 142 milioni per accantonamenti al piano di rientro, 7 milioni di euro per stabilizzazione del personale sanitario, 9,2  milioni per programma regionale abbattimento liste di attesa, 4,8 milioni di euro sono stati stanziati per la lotta al gioco d’azzardo (Legge 190/2014), e infine 9,6 milioni di euro per acquisto vaccini.

Figura 1 – Prospetto ripartizione 2017 del fondo sanitario Regione Lazio

L’autonomia di bilancio e il governo delle politiche sanitarie a livello di aziende sanitarie locali (Asl) e di aziende ospedaliere (Ao) ha creato divergenti situazioni finanziarie.

Le aziende sanitarie territoriali sono 10, 6 per la provincia di Roma (contrassegnate con i numeri da 1 a 6) e una ciascuna per le rimanenti 4 province. Nell’ambito della prevenzione i 535 milioni di euro sono stati distribuiti soltanto in base alla popolazione assoluta di residenza come evidenziato nella figura 2 non tenendo conto, ad esempio, delle diverse fasce di età presenti sul territorio poiché da studi condotti su ampie popolazioni è emerso che in ogni fascia di età si prevede una valutazione diversa di attività di prevenzione ad ampio raggio clinico-diagnostico.

Figura 2 – Prospetto ripartizione anno 2017 del fondo sanitario Regione Lazio per provincia, livelli di prevenzione, ambito territoriale e medicina di base

La ripartizione del fondo destinato alla farmaceutica e specialistica e distrettuale sono distribuite tra le ASL in base alla popolazione pesata e normalizzata.

Figura 3 – Prospetto ripartizione anno 2017 del fondo sanitario Regione Lazio per aziende, livelli di fondi destinati alla farmaceutica, specialistica e distrettuale

La ripartizione del fondo ospedaliero avviene tenendo conto sia della popolazione di residenza pesata che quella assoluta. Come è evidente le ASL, che beneficiano di maggiori fondi allocati, sono le medesime dove è presente in misura maggiore la popolazione presente.

Figura 4 – Prospetto ripartizione anno 2017 del fondo sanitario Regione Lazio per aziende, livelli di fondi destinati all’ambito ospedaliero.

A queste si aggiungono le sette aziende ospedaliere (San Camillo-Forlanini, San Giovanni-Addolorata, Policlinico Umberto I, AOU S. Andrea, Policlinico AOU Tor Vergata, Ares 118) e i due Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IFO, Inmi-Spallanzani). Il finanziamento delle ARES-118 (170 milioni di euro) e della GSA (306 milioni di euro) superano notevolmente quello delle aziende ospedaliere.

Figura 5 – Prospetto ripartizione anno 2017 del fondo sanitario Regione Lazio per le sette aziende ospedaliere

Zingaretti ha inoltre stanziato per l’abbattimento delle liste di attesa, tra la specialistica e la distrettuale, 9,2 milioni di euro.

Non è chiaro come siano stati ripartiti i fondi. Nella delibera (decreto del commissario ad acta n°U00502) viene riportato stesso importo per 9,2 milioni di euro sia per la specialistica e sia per la distrettuale, ma con quote percentuali diverse il 13,3% è attribuito alla specialistica e il 51% alla distrettuale;  l’importo totale ammonta quindi a quasi 6 milioni di euro, la destinazione dei restanti 3,2 milioni di euro, per l’abbattimento delle liste di attesa, non è esplicitato.

Tavola 2 – Piano regionale liste di attesa fondi 2016-2018, ripartizione tra specialistica e distrettuale. Finanziamento anno 2017

Un primo approfondimento emerge nella determinazione dirigenziale, il cui estratto è riportato nello schema seguente, da dove si evince una prima destinazione della quota incognita destinata all’abbattimento delle liste di attesa ossia sono state assegnate risorse per 414 mila euro a LAZIOcrea per progetti straordinari per prestazioni di ecografie e visite specialistiche. La restante quota di 8,8 milioni di euro è destinata a prestazioni progettuali aggiuntive.

Nel 2017 per progetti straordinari per “abbattimento” liste di attesa sono stati ad esempio pagati 679 mila euro a LAZIOcrea (tavola 3), 540 mila euro nella Asl di Frosinone e 249 mila euro nella Asl Roma 6. In complesso più di 6 milioni di euro. Mancano all’appello più di 3 milioni di euro.

Tavola 3 – Esempio oggetto mandato di pagamento, anno 2017, per progetti straordinari per abbattimento liste di attesa nel Lazio

Nel rendiconto 2016 emerge invece che per l’abbattimento delle liste di attesa Zingaretti ha stanziato 3 milioni di euro di risorse finanziarie che però non sono mai state impegnate per progetti sperimentali.

Nel rendiconto 2016 i pagamenti in c/competenza del totale della missione 13 “Tutela della salute” risultano di 13,1 miliardi di euro di cui 10,5 miliardi in conto competenza 2016 (consulta il file).

La  Regione Lazio purtroppo ad oggi non ha ancora attivato una contabilità analitica e un sistema di monitoraggio e controllo di gestione per la valutazione della spesa sanitaria per singola Asl, che  dovrebbe essere effettuato dalla Gestione Sanitaria Accentrata (GSA) della Regione Lazio (GSA). La figura professionale adibita al controllo non può essere ricoperta dal dirigente amministrativo che deve fare altro. Inoltre bisogna lavorare per elaborare un cruscotto centrale di indicatori di controllo[3] adibito all’ottimizzazione delle risorse destinate alle aziende ospendaliere e territoriali e all’efficientamento generale del servizio sanitario.

Il prossimo governatore del Lazio dovrà provvedere tempestivamente.

Note:
[1] Il finanziamento del sistema sanitario nel 2017 attribuisce i fondi alle regioni con un importo stanziato di 113 miliardi di euro ridotto successivamente a 112, 5 miliardi di euro (conferenza Stato Regioni) di cui  per la quota indistinta sono stati stanziati nel 2017 108,9 miliardi di euro di livelli essenziali di assistenza (LEA).
[2] Con riferimento al secondo anno precedente a quello di riferimento, si provvede a individuare le migliori 5 regioni sulla base delle seguenti caratteristiche (articolo 27, commi 4-5 decreto legislativo n. 68/2011). Le regioni benchmark sono scelte tra le cinque, che hanno garantito i LEA in condizione di equilibrio economico e di efficienza ed appropriatezza.
[3] Il Nuovo sistema informativo (Nsis) del Ministero della Salute rende possibile analizzare la composizione e l’evoluzione dei risultati di esercizio delle singole ASL e ospedali.

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