La struttura dell’economia romana

Secondo l’ultimo censimento Istat del 2011 a Roma ci sono un milione di occupati, 700 mila pensionati, più di 200 mila casalinghe, quasi 175 mila studenti, 78 mila cercano un’occupazione e 147 mila sono lavoratori autonomi di cui (tavola 1), come emerge dagli open data Roma, 137.882 esercenti sono commercianti e 9.600 esercenti sono nel settore turistico delle strutture ricettive. In complesso la forza lavoro romana è quasi il 50% della popolazione residente. Un altro milione di cittadini romani rappresentano invece le NON forze di lavoro (studenti, pensionati, disoccupati e casalinghi/e). Gli stranieri residenti a Roma sono 224 mila nel 2011 con una alta concentrazione (più di 29 mila residenti) nel centro storico del primo municipio e nel sesto municipio Roma delle Torri. I bambini con età inferiore ai 5 anni sono invece 120 mila.

Il numero di iscritti nell’anno scolastico 2014 nei nidi comunali di Roma capitale è stato soltanto di 13.257 bimbi, le famiglie di 7.350 bimbi hanno optato per i nidi privati. E’ da sottolineare che il 67% degli stranieri presenti a Roma iscrive i propri bimbi alla scuola pubblica capitolina. La città di Roma gestisce l’istruzione di più di 174 mila individui (tra bambini e ragazzi) preoccupandosi degli spostamenti quotidiani per andare a scuola nel nido, nella scuola dell’infanzia e nelle altre scuole primarie, secondarie e università (senza trascurare il numero degli iscritti all’università molto più alto degli studenti residenti).

Tavola 1 – Forze e NON forze lavoro per Municipi, anno 2011
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Fonte: Elaborazioni su dati Istat open data 

Sono molto sviluppate nella città romana le attività legate ai servizi alle imprese, all’intermediazione finanziaria e alla compravendita di immobili, come anche quelle legate alla pubblica amministrazione e ai servizi sociali. Grazie alla presenza di importanti centri di produzione e trasmissione radiotelevisiva sono presenti anche le attività di informazione e comunicazione. Il settore dei servizi e del commercio occupa un milione e mezzo di lavoratori nella provincia di Roma (tavola 2) di cui un milione, come censisce l’Istat, sono residenti a Roma, rappresentando il settore economico che impiega una parte consistente di forza lavoro (più dell’80% degli occupati si colloca in attività economiche incluse nei servizi includendo anche il commercio, Roma, 2014).

Quasi 237 mila cittadini residenti a Roma svolgono una attività domestica. L’importanza della produzione familiare[1] è tornata di attualità con gli studi sulla misura del benessere economico della società, in tale contesto il concetto di produzione economica viene esteso a ricomprendere anche quella realizzata informalmente fra le mura domestiche, e le famiglie non sono viste esclusivamente come consumatori, ma piuttosto come unità che producono ricchezza al loro interno. Valorizzare il lavoro domestico è quindi importantissimo per un’appropriata contabilizzazione economica di un territorio, ma oggi purtroppo non sono ancora considerate produttive queste attività ma sono di grande rilievo. In particolare, una contabilità di questo tipo farebbe emergere l’importanza di attività svolte tipicamente dalle donne, richiamando l’attenzione dei decisori politici sul ruolo cruciale, anche sotto il profilo economico, del lavoro di cura.

Infine, ma non ultimo per importanza, resta da affrontare il problema dei 78 mila disoccupati romani in cerca di una occupazione di cui 38 mila sono di sesso maschile. Il tasso di disoccupazione è pari a più del 6% a fronte di un 12,7% su scala nazionale. I settori traino di sviluppo per una città come Roma, la cui crescita economica è fondamentale per l’intera economia italiana, possono essere la manutenzione del territorio (strade, patrimonio, scuole) oramai una esigenza prioritaria, una gestione efficace del ciclo dei rifiuti; la valorizzazione delle risorse di attrazione turistica per sostenere e incrementare l’occupazione del settore; lo sviluppo di progetti di Roma Capitale per far si che Roma diventi realmente una città intelligente, la ristrutturazione dell’edilizia residenziale il 60% degli edifici nel centro storico ad esempio sono stati costruiti prima del 1919, più del 20% di questi hanno uno stato di conservazione mediocre.

Tavola 2 – Occupati secondo il settore di attività economica e il sesso, Provincia di Roma, valori assoluti, anno 2014
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Fonte:  Ragioneria Generale di Roma Capitale

Il terziario avanzato (tavola 3 – 388 mila occupati nella provincia di Roma) con una elevata specializzazione delle professioni comunque resta un fattore di traino nell’incremento occupazionale romano.

Tavola 3 – Occupati nel terziario avanzato secondo il settore di attività economica e il sesso, Provincia di Roma, valori assoluti, anno 2011-2014 e variazione percentuale

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Fonte:  Ragioneria Generale di Roma Capitale

Nell’ultimo documento unico di programmazione 2016-2018 si evidenzia la distribuzione della ricchezza a Roma Capitale, sulla base delle dichiarazioni presentate nel 2014 e riferite all’anno fiscale 2013.  I percettori di reddito imponibile censiti a roma (tavola 4) sono quasi 1.800.000 (tra occupati, autonomi e pensionati) per un importo dichiarato di 46 miliardi di euro (il Municipio I – II e VII presentano il più alto ammontare di reddito imponibile dichiarato) e un addizionale IRPEF corrisposta al Comune di quasi 400 milioni di euro (l’Assemblea Capitolina con deliberazione n. 14 del 25/03/2015 ha confermato che per l’anno 2015 è nella misura dello 0,9% l’aliquota dell’addizionale comunale all’Irpef, di cui lo 0,5% destinato alla gestione ordinaria del Bilancio di Roma Capitale e lo 0,4% destinato alla gestione commissariale).

Il 5% degli stranieri concorrono al pagamento dell’imposta sul reddito rispetto all’8% dei residenti stranieri. Un cospicuo numero di dichiaranti romani (405 mila) ha soltanto specificato la residenza fiscale a Roma o non hanno dato specifiche nella dichiarazione dei redditi.

Tavola 4 – Principali indicatori di reddito dei romani per municipio, dichiarazioni dei redditi 2014

indicatori di reddito

Fonte: DUP 2016-2018
Note:
[1] Per produzione domestica si intendono i beni e i servizi che le famiglie producono per il proprio consumo, combinando lavoro non retribuito e beni e servizi acquistati sul mercato.

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