Consumo di suolo a Roma

L’Europa e le Nazioni Unite chiedono ai paesi di azzerare il consumo di suolo netto entro il 2050, di allineare il consumo di suolo alla crescita demografica reale e di non aumentare il degrado del territorio entro il 2030.

Il consumo di suolo è l’incremento della copertura artificiale di una superficie originariamente agricola, naturale o semi-naturale ed è quindi definito come la variazione da una copertura non artificiale (suolo non consumato) a una copertura artificiale del suolo (suolo consumato).

In Europa le superfici artificiali coprono il 4,2% del territorio (Istat, 2015). L’Italia si  colloca al 6° posto della graduatoria con il 6,9% di superfici coperte con quasi 3 punti percentuali sopra la media europea ma se espressa in termini di metri quadri pro capite l’Italia si colloca al 18° posto.

Tra le città italiane Roma è la seconda città, dopo Genova, che presenta il 75,5 % di suolo non consumato ma è anche la città con un consumo di suolo più alto tra le principali città italiane, presenta infatti il maggior numero di ettari di consumo di suolo.

Tavola 1 – Consumo di suolo delle principali città italiane, anni 2016-2017-2018

Fonte: elaborazione dati Comune di Roma e Ispra

Il territorio del Comune di Roma è di 1.287 kmq di estensione per quasi 3 milioni di abitanti suddiviso in 155 zone urbanistiche istituite nel luglio del 1977.

Il municipio XV con 187 kmq e il municipio IX con 183 kmq sono i più estesi tra quelli capitolini (così come è stato deciso il 7 marzo 2013 con la delibera n. 8 che ha ridefinito i confini delle strutture territoriali di Roma Capitale passati da 19 a 15 municipi).

Figura 1 – Il territorio del Comune di Roma, per municipi e per chilometro quadrato, 

Fonte Roma Capitale

I maggiori valori assoluti di superficie consumata fino al 2018 si riscontrano a Roma con 30 mila ettari. Considerando tutte le classi di copertura del suolo si evidenzia la rilevanza e la distribuzione del consumo di suolo permanente per le piazze e parcheggi con 12 mila ettari consumati, edifici con più di 8.500 ettari consumati, le infrastrutture stradali con quasi 6.500 ettari consumati. Il consumo di suolo reversibile tra strade sterrate, cantieri, terra battuta ecc. è di 1,5 ettari da cui si possono ripristinare le condizioni iniziali del suolo.

Il verde pubblico urbano rappresenta soltanto il 3,2 % della superficie totale romana (4.130 ettari).

Tavola 2 – Superficie di Roma per copertura del suolo consumato e non, anno 2017

Fonte: elaborazione dati Comune di Roma e Ispra

L’Ispra, nel suo ultimo rapporto (Ispra 2019), certifica che Roma ha 16 mila ettari di superficie coperta da vegetazione in ambito urbano e con l’estensione maggiore di suolo non consumato in ambito agricolo (70 mila ettari) rispetto alla superficie comunale.

Roma Capitale ha sul proprio territorio 19 parchi terrestri (gestiti da un unico ente regionale “RomaNatura” tra riserve naturali, parchi regionali e monumenti naturali) e riserve localizzati prevalentemente nella fascia peri-urbana fino alle zone più centrali di Roma. Roma ha anche un area marina protetta delle “Secche di Tor Paterno”.

Figura 2 – Copertura del suolo a livello comunale 

Fonte Rapporto Ispra 2019

Nel rapporto Ispra 2019 emerge che “Roma, con un incremento di superficie artificiale di quasi 75 ettari, è il comune italiano che più ha trasformato il suo territorio nell’ultimo anno; nella Capitale, tale consumo di suolo si è ottenuto, soprattutto, dalla realizzazione di nuove aree commerciali e residenziali distribuite nei municipi III, V e VIII

Nel rapporto Ispra-Comune di Roma  del 2018 si legge che «in municipi poco popolosi ed in calo demografico, come l’VIII municipio, le superfici impermeabilizzate risultano di elevata entità e stabili o in crescita nel tempo». Gli effetti dell’impermeabilizzazione si manifestano con un incremento degli allagamenti e con un aumento dei costi per aumento più del doppio degli interventi da parte della protezione civile capitolina.

Nel Comune di Roma la popolazione ha fatto registrare il suo valore massimo nel 2012, da questa data si è assistito ad un calo progressivo fino ad attestarsi tra il 2016 e il 2017 dove è rimasta sostanzialmente invariata.

Purtroppo si può notare che a fronte di un incremento pressoché nullo della popolazione il consumo di suolo a Roma risulta in crescita. Il paradosso è che proprio nei municipi poco popolosi ed in calo demografico, come l’VIII, le superfici impermeabilizzate risultano di elevata entità e stabili o in crescita nel tempo e invece dovrebbe essere il contrario poiché siamo dinnanzi all’assenza di domanda che generalmente giustifica la richiesta di consumare suolo.

La popolazione di riferimento che l’Istat certifica (DEMO) nel 2017 è di 2.876.614 abitanti leggermente diversa da quella utilizzata dall’Ispra per le sue elaborazioni.

Un dato certo è che ogni abitante di Roma ha consumato 105 ettari di suolo nel 2017. La distribuzione per municipio varia in base alla popolazione di riferimento.

La relazione tra il consumo di suolo e quello demografico è alla base degli obiettivi di sviluppo sostenibile proposto dalle Nazioni Unite (rapporto tra tasso di variazione del suolo consumato e il tasso di variazione della popolazione).

Per valori positivi dell’indicatore popolazione e consumo di suolo aumentano o diminuiscono entrambi. Per valori negativi uno dei due aumenta e l’altro diminuisce.

Se l’indicatore è tra 0 e 1 il tasso di variazione del consumo di suolo è minore del tasso di variazione della popolazione se è 0 non varia il consumo di suolo se invece è maggiore di 1 il tasso di variazione del consumo di suolo è maggiore del tasso di variazione della popolazione. 

Nei municipi VII, XI e XII il consumo di suolo supera la crescita demografica come misura anche l’indicatore  relativo alla variazione del consumo di suolo procapite. Il X municipio misura nel 2017 una contrazione di consumo di suolo  (indicatore NU -976).

Tavola 3 – Consumo di suolo e popolazione residente, anni 2016 -2017 – indicatore 11.3.1 Nazioni Unite sviluppo sostenibile e variazione pro capite

Roma Capitale è il comune con più alta densità di verde pubblico. Quest’ultimo è costituito da differenti tipologie di aree verdi. Con una Superficie Agricola Totale (SAT) pari al 43,9% della superficie totale del Comune, Roma Capitale risulta essere, inoltre, il terzo comune agricolo, tra i grandi comuni italiani.

In particolare i metri quadrati di verde urbano in manutenzione al Dipartimento Tutela Ambientale sono pari a 41.302.565 mq, per un totale di 1.826 aree e con uno standard pari a 14,4 mq/ab. Inoltre Roma ha 415.000.000 mq di aree naturali e parchi agricoli. La densità totale risulta così essere pari a 460.664.213 mq cioè il 35,6% dell’intera superficie comunale.

Tavola 4 – Verde urbano per municipio secondo il documento unico di programmazione DUP – 2019-2021


Fonte: Comune di Roma Documento unico di programmazione – Dipartimento ambiente (dati giugno 2018)

Roma inoltre è la città con la maggiore superficie coperta da alberi all’interno dell’area urbana con oltre 3000 ettari. La percentuale di verde pubblico rispetto alla superficie totale di 1.287 kmq è del 3%, il municipio II ha l’area di verde più estesa rispetto alla sua superficie di riferimento (circa 1.968 ettari).

Tavola 5 – Verde pubblico per municipio, DUP 2019-2021 valori assoluti in ettari e incidenza percentuale su superficie totale

Conclusioni

E’ prioritario affrontare urgentemente il consumo di suolo a Roma favorendo processi di rigenerazione urbana attraverso soprattutto il recupero del patrimonio esistente abbandonato, limitare le nuove richieste di pemessi a costruire, puntando su un piano urbano edilizio ecosostenibile e adottando tutte le azioni necessarie per la tutela del verde urbano esistente.

 

Monica Montella
Consigliera Assemblea Capitolina di Roma Capitale

NOTE

[1] Il Comune di Roma ha rettificato il dato del consumo di suolo a 30.241 nel 2017 come emerge nella pubblicazione Consumo di suoloAnalisi della copertura di suolo e delle aree di pericolosità idraulica nel territorio di Roma Capitale” Rapporto 2018.

[2] Leggi anche il dossier n° 109 del Senato su consumo di suolo marzo del 2019



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