Tra i 7 punti del programma per le europee del M5S un punto poco conosciuto e chiaro ai cittadini per i complessi tecnicismi di cui è composto è il Fiscal Compact e tutte le leggi italiane che ne sono conseguite.
Ma che cos’è? E’ un trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell’Unione Economica e Monetaria (detto anche patto di bilancio) firmato il 2 marzo del 2012 in occasione del Consiglio Europeo di primavera da 25 Stati Membri (non hanno firmato il Regno Unito e la Repubblica CECA) ed è entrato in vigore il 1° gennaio 2013.
E cosa ha comportato per l’Italia aderire a questo trattato? Troppi vincoli che compromettono la crescita economica.

lla fine del 2013, rispetto al 2008, il PIL al netto delle imposte indirette (il cosiddetto valore aggiunto ai prezzi base) è diminuito del 6,9%. La caduta ha tra le sue cause il crollo degli investimenti fissi lordi, che in cinque anni si sono ridotti di 74 miliardi (-24%), e la diminuzione dei consumi delle famiglie, che si sono ridotti di quasi 60 miliardi di euro (-7%), con un particolare calo dei trasporti (-19%) e del vestiario e calzature (-16%). L’effetto di tutto ciò è stato un peggioramento delle condizioni di vita di gran parte della popolazione italiana: in cinque anni si è avuta una contrazione delle unità di lavoro del 6,6%, mentre i redditi dei lavoratori dipendenti sono cresciuti soltanto dell’1,2% in termini nominali, riducendosi in termini reali.