FONDI EUROPEI 2014-2020

a cura di Monica Montella

La crisi economica ha provocato una caduta della produzione, con conseguente aumento della disoccupazione e di deficit fiscali nei paesi europei con debolezze strutturali,  ciò ha inciso in maniera sostanziale sulla possibilità di crescita.

Una forte instabilità finanziaria mondiale e la forte concorrenza commerciale di economie sviluppate ed emergenti hanno contribuito a peggiorare il quadro macroeconomico dell’Unione Europea.

Tutti questi fattori, oltre la necessità di monitorare il clima e l’uso efficiente delle risorse, hanno spinto l’Unione Europea alla pianificazione della strategia Europa 2020 come guida politica a tutti i livelli. 

Con “Europa 2020: una strategia per una crescita  intelligente, sostenibile e inclusiva” sono state introdotte importanti innovazioni per il nuovo periodo di programmazione  2014/2020 volte a facilitare lo sviluppo dei territori europei per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva. Questa strategia a medio termine individua una serie di obiettivi che l’UE si impegna a raggiungere nei prossimi 10 anni. Il Parlamento europeo ha approvato quadro finanziario pluriennale (QFP) dell’Unione, tra il 2014 e il 2020 l’Unione europea investirà circa 1 000 miliardi di euro nella crescita e nell’occupazione.

Lo scopo di questa nuova programmazione europea 2014-2020[1] è quello di realizzare le priorità[2] presenti nella strategia Europa 2020 (erede della strategia di Lisbona), le cui iniziative[3] convergono negli obiettivi prefissati[4].

Per ottimizzare l’impiego dei fondi UE bisogna attuare un’ampia strategia di investimento conforme alle priorità di Europa 2020 ma che sia coerente con i programmi nazionali di riforma. Inoltre bisogna che a livello UE ci sia un efficace coordinamento tra: politica di coesione[5], sviluppo rurale, fondi per gli affari marittimi e la pesca.

I finanziamenti dell’UE sono complessi: esistono infatti molti tipi di programmi gestiti da organi diversi. Oltre il 76% del bilancio dell’Unione europea è gestito dai paesi membri. Un esempio sono i fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE) che in Italia sono:

che finanziano la politica regionale, i programmi sociali e di formazione e l’agricoltura (compreso il sostegno agli agricoltori) in questo modo:

Vediamo in dettaglio i fondi e le novità della nuova programmazione 2014-2020.

Fondi Europei: rapporto diretto con l’Europa

Fondi Europei: rapporto diretto con l’Italia

Cooperazione territoriale europea

Vedi anche:

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Fondi Europei 2007-2013


Note di approfondimento

[1] Le principali novità sono: la Programmazione Strategica Rafforzata;  Aumento dei risultati e condizionalità; Modalità di gestione comuni; Sostegno alla programmazione integrata; Aumento dell’utilizzo degli strumenti finanziari; Monitoraggio e valutazione; Semplificazione e razionalizzazione delle norme di ammissibilità; Copertura geografica del sostegno; Razionalizzazione della gestione finanziaria e del controllo.
[2] Le priorità sono la crescita intelligente (sviluppare un’economia basata su conoscenza e innovazione), la crescita sostenibile (promuovere un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva) e la crescita inclusiva (promuovere un’economia con un alto tasso di occupazione e che favorisca la coesione sociale e territoriale).
[3] Sette sono le iniziative specifiche (flagship initiatives) della nuova programmazione 2014-2020 di cui tre legate alla crescita intelligente (Agenda digitale europea; unione dell’innovazione; Youth on the move); due legate alla crescita sostenibile (un’Europa efficiente sotto il profilo delle risorse; una politica industriale per l’era della globalizzazione); e infine due legate alla crescita inclusiva (agenda per nuove competenze e nuovi lavori; piattaforma europea contro la povertà).
[4] Cinque sono i grandi obiettivi della nuova programmazione europea: l’occupazione; la ricerca e sviluppo e innovazione; cambiamenti climatici ed energia; istruzione; povertà ed emarginazione. La Commissione ha proposto i seguenti obiettivi principali per l’UE: occupazione – il 75% delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni deve avere un lavoro; ricerca e sviluppo  – il 3% del PIL dell’UE deve essere investito in R&S; ambiente – i traguardi “20/20/20” in materia di clima/energia devono essere raggiunti (compreso un incremento del 30% della riduzione delle emissioni se le condizioni lo permettono); istruzione – il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore al 10% e almeno il 40% dei giovani deve essere laureato; povertà e emarginazione – 20 milioni di persone in meno devono essere a rischio di povertà. Gli obiettivi di Europa 2020 per l’ITALIA: Tasso di occupazione= 67/69% della popolazione tra 20 e 64 anni; Spesa per ricerca = 1,53% del PIL; Istruzione terziaria o equivalente= 26/27% della popolazione tra 30 e 34 anni; Abbandoni scolastici = 15/16%; Efficienza energetica = +13,4%; Energie rinnovabili = 17% del consumo energetico; Emissioni di gas serra = -13%; Povertà = 2,2 milioni in meno.
[5] Le poltiche tradizionali UE sono: la Politica di coesione, Politica agricola comune, Politica Ambientale, Politica di ricerca, Mercato unico, Governance economica, ecc.

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