Il fabbisogno di settembre conferma l’instabilità dei conti pubblici

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Il comunicato del Ministero dell’Economia sul fabbisogno dello Stato per il mese di settembre 2013, nonostante i toni rassicuranti, conferma che i conti pubblici non sono affatto sotto controllo.

Il comunicato cita “Nel mese di settembre 2013 si è realizzato un fabbisogno del settore http://www.rgs.mef.gov.it/export/sites/sitoRGS/rgsimages/03.jpgstatale pari, in via provvisoria, a circa 15.500 milioni, che si confronta con il fabbisogno di 11.422 milioni del mese di settembre 2012.

I dati ancora provvisori sulle entrate fiscali del mese fanno stimare un andamento del gettito migliore di quello atteso.
Il peggioramento del fabbisogno, pari a circa 4.100 milioni, è dovuto per circa 2.400 milioni ad una accelerazione della dinamica dei prelievi delle amministrazione pubbliche, in relazione soprattutto al pagamento dei debiti pregressi, per 400 milioni a più elevati rimborsi fiscali (aumentati nei primi nove mesi dell’anno di 3.500 milioni rispetto allo stesso periodo del 2012) e, per circa 1.500 milioni, a maggiori pagamenti per interessi a causa di una diversa calendarizzazione delle emissioni rispetto allo scorso anno“.

Ancora una volta il  Mef ha omesso di comunicare il dato più rilevante, ossia il fabbisogno cumulato dall’inizio dell’anno.

Da gennaio a settembre del 2013 è stato accumulato un fabbisogno di 75,9 miliardi di euro, mentre nei primi 9 mesi del 2012 era di 45,3 miliardi di euro, con un peggioramento di 30 miliardi di euro.

La nota di aggiornamento al Def, presentata solo 10 giorni fa in parlamento, prevedeva per il 2013 un indebitamento netto di 48,7 miliardi di euro, un raccordo disavanzo debito (flussi finanziari) per 33,9 miliardi di euro  e un maggior debito pubblico  per 82,6 miliardi di euro.

Considerando che mancano ancora 3 mesi alla fine dell’anno che lo Stato nel dicembre del 2012 aveva incassato la quota  dell’ Imu  e che quest’anno non sarà replicabile.

A prescindere dalle decisioni sul pagamento per la prima casa, gli obiettivi previsti nella Nota di aggiornamento al Def non appaiono raggiungibili a meno di manovre correttive straordinarie.

Si conferma, quindi, la sensazione che il Governo tenda a far conoscere la veridicità dello stato dei conti pubblici  poco alla volta.

Le previsioni ottimistiche del ministro Saccomanni sulla tenuta dei conti pubblici appaiono purtroppo destinate ad essere smentite.

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